Glaucoma


Con glaucoma si intende un insieme di malattie dell’occhio caratterizzate da un danno progressivo del nervo ottico che connette l’occhio alla corteccia cerebrale occipitale (la regione del cervello deputata alla visione). Il glaucoma è una patologia oculare molto grave che, se non diagnosticata e curata in tempo, può portare a cecità. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità colpisce circa 55 milioni di persone nel mondo ed è una delle principali cause di disabilità visiva dopo la cataratta e le maculopatie. Recenti studi hanno dimostrato che il 2% della popolazione italiana sopra i 40 anni soffre di glaucoma, con una maggiore prevalenza al Nord (48%), seguito dal Sud (28%) e dal Centro (24%). Nei prossimi anni ci si aspetta un aumento della malattia del 33% dovuto al progressivo invecchiamento della popolazione.

Cause dell’insorgere del glaucoma
Il glaucoma si instaura per un aumento della pressione intraoculare (IOP). In condizioni normali i valori della pressione intraoculare (IOP) oscillano tra 12 e 20 mmHg e dipendono essenzialmente dall’equilibrio tra la quantità di umore acqueo prodotta in maniera continua dalla pars plicata del corpo ciliare e quella smaltita attraverso il trabecolato a livello dell’angolo camerulare. Generalmente l’aumento della pressione intraoculare consegue a turbe della circolazione dell’umor acqueo, riconducibili nella maggior parte dei casi ad un rallentamento/impedimento del deflusso dell’umor acqueo e, meno frequentemente, ad un incremento della produzione dello stesso.

Tipologie di glaucoma

Il glaucoma è fondamentalmente distinto in:

  • glaucoma ad angolo aperto
  • glaucoma ad angolo chiuso
  • glaucoma congenito

Da un punto di vista patogenetico, nel glaucoma ad angolo aperto l’incremento della pressione intraoculare è causato dall’aumento delle resistenze nelle vie di deflusso, mentre in quello ad angolo chiuso l’ostruzione al deflusso è dovuta alla chiusura dell’angolo della camera anteriore da parte della radice iridea.

Diagnosticare il glaucoma

Il fattore di rischio più importante per il glaucoma è l’età, oltre ad eventuali fattori ereditari. Superati i 40 anni è quindi consigliabile effettuare, anche in assenza di sintomi, una visita oculistica completa. Alcuni esami devono essere ripetuti ad intervalli regolari per riconoscere precocemente un segno di glaucoma. La diagnosi è semplice quando la malattia si manifesta nella sua classica triade (ipertono, deficit perimetrici, atrofia con escavazione della papilla) in occhio con angolo camerulare normalmente ampio. Nella maggior parte dei casi tuttavia l’unico segno obiettivo rilevabile nelle fasi iniziali è un valore del tono oculare superiore ai 21 mmHg, pertanto, la tonometria riveste un ruolo di peculiare importanza per porre diagnosi di glaucoma.

Fondamentale per la diagnosi è anche l’esame del campo visivo, che può essere effettuato con la perimetria manuale, usando il perimetro di Goldmann, o con la perimetria computerizzata. Attualmente la perimetria computerizzata rappresenta l’esame di scelta sia per la diagnosi che per il follow-up dei pazienti glaucomatosi, grazie all’utilizzo di un software specifico.

Curare il glaucoma

Il trattamento del glaucoma si basa sulla riduzione della quantità di umore acqueo all’interno dell’occhio, abbassando quindi la pressione endooculare tramite farmaci, con terapia laser o chirurgia. La terapia medica del glaucoma ad angolo aperto si avvale dei seguenti farmaci: betabloccanti, miotici, inibitori dell’anidrasi carbonica ed analoghi delle prostaglandine.

Nel caso in cui la terapia medica non abbia effetto, si procede alla terapia chirurgica.

L’intervento più diffuso è la trabeculectomia, intervento fistolizzante che ha lo scopo di creare una via artificiale di deflusso grazie al quale l’umor acqueo fuoriesce dalla camera anteriore, riempie lo spazio sottocongiuntivale, formando la cosiddetta bozza filtrante, e viene riassorbito dal tessuto e dai vasi congiuntivali.

Questo intervento è caratterizzato dalla presenza di una lamella di sclera che, coprendo l’apertura bulbare, crea una barriera all’eccessivo deflusso di acqueo ed all’ingresso di agenti patogeni e minimizza le complicanze.